È una cosa sola “l’artista”, un privilegiato, legge nell’anima dell’Universo, nella sua eternità e complessità; coglie le interazioni tra la storia umana e l’arte, quel rapporto indissolubile fra l’uomo e il mondo, un’esigenza di ricerca fuori e dentro di sé. Il mezzo espressivo, scultura e pittura, sono per Vidèo Anfossi il luogo dove lavorare concetti culturali, spirituali, armonizzare libertà creativa, esaltare la vita.
Vidèo Anfossi traspone con uno sguardo incantato e una piena coscienza della realtà, e nelle sue opere i colori vibrano senza nessun indugio in ampie pennellate, liriche nel fluire, graffianti “fauvesse” dove è evidente la sua appartenenza all’eterna corrente espressionista in cui l’artista, in un incontenibile impulso, rende visibili le proprie emozioni e, nel contempo, le percezioni del mondo. Vidèo coglie la sostanza, l’armonizza col pensiero razionale rendendo una visione simultanea esasperata nella sintesi, che lo spinge oltre la rappresentazione a indagare nel mondo dell’informale.
Dall’abolizione delle linee di contorno, le figure dissolte nello spazio pittorico emergono protagoniste dell’opera e le figure femminili sono, per Vidèo Anfossi, simbolo di un universo misterioso e famigliare, espressione di una forza segreta e di una energia primordiale che bene é evidente nel quadro La madre che stringe il suo bambino: in primo piano c’è una mano “tenaglia” dove è espresso con forza tutto l’amore materno.
Altro tema amato da Vidèo sono i cavalli, quasi sempre sormontati da cavalieri, e questo è importante per evidenziare la personalità dell’artista. Escono dallo sfondo con una forza prorompente che viene per sconfiggere; ma, osservando più attentamente, sono i piccoli cavalieri i veri protagonisti che sormontano e governano. E riecco l’immagine introduttiva: “Vidèo e la sua arte sono una cosa sola”, governare e governarsi.
Vidèo Anfossi ha la sua forza morale nell’amore, amore per la famiglia (moglie, figli, padri, fratelli e sorelle sono costantemente nei suoi pensieri e nelle sue parole); gli amici che ricorda con affetto e rimpianto, ma con la gioia di aver vissuto con loro il percorso della vita e dell’esperienza artistica. I giovani artisti, che cerca famelico, li spinge amorevolmente a indagare nel mondo dell’arte. Il suo è l’amore intenso per la natura che non si stufa di contemplare e, ancora più forte, è l’amore per l’umanità e il bisogno costante di partecipazione. Vidèo Anfossi è un uomo amorevole e mite, si sente cittadino del mondo ed è amato dalla sua città con stima e affetto.
Vanna D’Amico
- Un’analisi della sua arte:
Vidèo Anfossi è nato a Le Havre, in Francia. Suo padre, Francesco Quidacciolu (Cicito), era nato a Nizza ed era cugino di Francesco Ciusa, il grande scultore; sua madre si chiamava Irene Fabiano Del Vasto; lo zio di Vidèo, Tosino Anfossi (fratello del padre), fu il primo artefice di un artigianato artistico sardo ideando il “giocattolo sardo” (pupazzi di legno con vestiti di feltro e tela).
Tra gli antenati di Vidèo Anfossi spiccano musicisti, pittori, scultori e patrioti come i fratelli Augusto e Francesco Anfossi, che parteciparono alle 5 giornate di Milano; Francesco, poi, fece parte anche della spedizione dei Mille. Melchiorre Melis (che fu uno dei più facoltosi artisti della Sardegna) scrisse su Vidèo: «Anfossi viene da una nobilissima generazione di artisti veri, per cui è naturale che nelle sue vene scorra la linfa creatrice dell’arte».
Vidèo Anfossi frequenta l’Istituto Statale d’Arte di Sassari (1947-1951); soggiorna a Milano, Roma, Parigi; al Concorso nazionale di pittura Premio Sassari partecipa con le opere “Consumatum est” e “Paesaggio di Burgos”: una qualificata giuria esprime un giudizio molto positivo. Suo padre Cicito fu il suo primo maestro di pittura. Vidèo partecipa a mostre importanti a New York City, Montecarlo e Nizza.
Ha al suo attivo numerosissime mostre nazionali e internazionali. Frequenta “L’Istituto Scuola di nudo” presso “L’Accademia di Brera” (1952-53). Più volte presidente e membro di giurie a vari livelli, per menzionare tutte le mostre realizzate e i premi vinti da Vidèo non basterebbe un intero catalogo.
Nel suo comportamento e nella sua indole Vidèo Anfossi esprime delicatezza d’animo, sensibilità e profondo senso interiore; che sono, poi, questi, altresì i caratteri fondamentali della sua pittura. Vidèo è particolarmente originale, creativo ed eccentrico nella vita e nell’arte. Dopo aver decisamente abbandonato ogni conformistica concezione, in assoluta libertà, ha dato vita a una pittura che pone alla base una concezione dove il colore rafforza e attenua la tensione emotiva dell’artista con l’immediatezza dell’improvvisazione.
In termini di poesia e di pittura, nella sua arte è presente il valore della forma che vuole occupare una ben precisa e conscia realtà. Nella sua opera si ravvisa il fluire dell’ispirazione, sempre densa di spiritualità interiore e senso del colore. Astrattista quasi irraggiungibile, Vidèo Anfossi permea nelle sue tele emozione, poesia ed espressività con grande stile personale, inconfondibile. Ha saputo amalgamare materia e spirito per creare opere di una suggestiva, pacata bellezza estetica, con una pittura originale e piena di luce. Insomma, ha dimostrato di essere un artista autentico, che sa porre mano a cielo e terra con una sensibilità tutta particolare. Il sogno, la bellezza estetica, un empito lirico quasi inaccessibile, permea le tele di Vidèo.
La figura artistica del pittore Vidèo Anfossi rivela una maturata personalità di artista che sul suo mondo di figure astratte evolutive sa muoversi, agevolmente, da gran signore, con interessanti suggerimenti compositivi che stimolano nella conquista di fatti emozionali: cieli che sempre variano l’intensità degli effetti pittorici; padronanza del colore che conferma non soltanto la salda sicurezza di espressione ma anche l’equilibrio che lega le singole parti del quadro. I suoi dipinti hanno il pregio della sintesi e dell’essenzialità: pur muovendo da un’ispirazione interiore, non vogliono essere veicoli di pesanti messaggi ma visualizzazioni di momenti idillici, che attraggono e sviluppano, esprimono in ambito di piacevole quiete.
Le sue immagini sensitive sono validamente realizzate nel gioco delle stesure coloristiche, nella luce e nelle linee. Partendo da una sensibilità vigile e attenta, da una volontà di ripetere, personalizzandole, le apparenze del reale, è approdato a un prezioso afflato, ricco di cromie mantenute in vibrazioni luminose risaltanti. È questo il caso di “Portotorres”, 1999, olio su tela 70×70. Qui, attraverso una elevata sensibilità pittorica, ha raggiunto esiti di singolare affermazione. Il colore diventa in Anfossi un linguaggio istintivo: nella sua pittura geniali accostamenti tonali creano accesi riflessi e straordinari effetti di luce.
Un’ulteriore opera meritoria e importante, Vidèo Anfossi la realizza negli anni ’90 con le 15 tavole della “Via Crucis” (compresa la Resurrezione), opere collocate nella cappella della Curia Arcivescovile di Sassari. Artista profondamente meditativo, in possesso costante di idee precise, con l’occhio del suo spirito penetra in quello che ritrae, per cogliere con assoluta intensità d’espressione le indoli, le note dell’anima, la spiritualità, e ricercando l’essenza a scapito dei dettagli.
I dipinti della via Crucis, realizzati con equilibrio, maestria e vivezza straordinaria, sono integrati con l’aggiunta di grande spiritualità. Con i mezzi pittorici con cui si esprime, tende inoltre a una squisita originalità. L’artista sa infondere nei suoi quadri un calore intimo, e con un cromatismo dove sfumature come gialli, blu, verdi e terre, esprimono messaggi, esternano espressioni di stati d’animo e sentimento religioso. Con questa sua opera, l’artista vuole annunciare un messaggio che invita a profonda meditazione. Egli stabilì con l’Arcivescovo Monsignor Isgrò una solida, vera amicizia.
Nel 1993 L’arcivescovo gli scrisse questa dedica: “Al caro Maestro Vidèo Anfossi, perché nei segni luminosi della sua arte possa far risplendere la luce della Parola”. Si è negli anni ’90 quando, in particolare, Vidèo perviene al completo superamento dell’esigenza descrittiva che, con il suo entusiasmo creativo e con un colore sobrio, levigato e ben strutturato, sviluppa la tensione fantastica.
Altra caratteristica delle sue composizioni è il denotarsi di una presenza muta, silenziosa, con la quiete di una natura immobile ed assorta, in un impianto artistico dolce e sfocato, come accarezzato dal tempo, nel complesso amalgama degli elementi di contorno equilibrati in un armonico ritmo. È nell’ultimo periodo, quello maturo, che si è affermato autonomamente, in virtù di una vigorosa impostazione nella struttura formale e coloristica, il ricorso ad alcuni colori di base, che Vidèo compone con infinite varianti di tono, sottolineando con un gioco di luci e ombre o di contrasti nella volumetria e nella scansione dei piani.
Ne emergono visioni complesse che si intessono, con personalissimo stile, in una concezione rappresentativa che supera una pedissequa adesione alle correnti e alle mode. Vidèo entra così nella sfera dell’intuizione in una ricerca oltre il reale, attingendovi inusitate verità e valori, di cui permea il suo estetico messaggio. Vidèo Anfossi è entrato, a pieno titolo, nella storia d’arte della Sardegna. Ha saputo negare le apparenze delle cose riuscendo a conquistarne i legami originali, evitando il monologo dispersivo dei motivi formali. Si è fatto colloquio e suggerimento di una libertà diversa dove anche i silenzi potrebbero essere decifrati. Vidèo ha saputo, in tanti anni di coscienzioso lavoro di pittore, dare ai suoi quadri quella grazia, quella delicatezza e sensibilità necessarie alla buona riuscita delle sue opere, sempre dense di spiritualità e originalità frutto dell’ispirazione.
Giovanni Fiora
- In ricordo di Cicito Anfossi, padre di Vidèo:
Cicito Anfossi! Che dire di lui se non ricordarlo con grande rimpianto, come altro mio grandissimo amico, compagno affettuoso e paterno; Il comunista errante, estroverso, asciutto, generoso, irrequieto, buonissimo! Il padre diletto di Fiamma, Fiorella, Tosino, Vidèo! Artista! Passionale, temerario, rivoluzionario. Assieme a Riccardo Dessy, l’orafo di Piazzetta d’Ittiri, fu tra i più grandi comunisti di Sassari. Furono gli uomini che influirono maggiormente sulla mia formazione giovanile politica, cui contribuirono in larga misura anche Gigi Polano e i socialisti Dino Fiori, Gavino Perantoni, Alessandro Nanni e Filippo Satta-Galfré di Nuoro, il più grande civilista di Sardegna. Cicito Anfossi era stato ufficiale della guerra ‘15-‘18. A Milano, subito dopo la fondazione del fascismo, che combatté in tutti i modi e con tutte le sue forze, si era allevato alla scuola del thiesino Antonio Sassu, generoso socialista-sindacalista e padre di Aligi, il grande pittore mio amico, con galluresi Angelino Manconi di Tempio, Paolo Cannas di Calangianus e Pietro Antonio Manca di Sorso. Dichiarato pericolosissimo per il Regime, era fuggito dall’Italia e aveva girovagato prima in Europa e poi nell’America Latina, mantenendo contatti con tutti gli antifascisti italiani, esuli come lui. Amico di Farabundo Marty, assassinato nel 1932, era membro del «Soccorso Rosso» con Vittorio Vicàli e David Alfaro Sequierias, pittore e primo attentatore di Trotsky. Dopo aver soggiornato in Argentina, ospitato affettuosamente da Paolo Addis, un calangianese «argentinizzato», fu deportato in Uruguay, per essere assassinato. Colpito da una serie di espulsioni imposte dal fascismo ed imbarca¬to a forza, nel 1931 sbarcò a Le Havre dove nacque, nel 1933, il figlio Vidèo (Montevideo). Continuò le sue battaglie in Belgio, Francia e Spagna sino al suo forzato rimpatrio in Italia nel 1940, dopo la sconfitta della Francia. Gli anziani sassaresi certamente lo ricorderanno al Bar Rau, di Piazza d’Italia, eternamente polemico con i grandissimi artisti Pietro Antonio Manca, Eugenio Tavolara, Filippo Figari e il prof. Gigi Pinelli; altra splendida figura di medico e studioso.
Francesco Floris
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