bolognini1Alfonso Bolognini è uno dei costruttori che a Sassari ha decisamente lasciato il segno. Appartenente ad una famiglia di costruttori di Maccagno, paese sul lago Maggiore a pochi chilometri dal confine svizzero, da giovane aveva frequentato la scuola edile di Parigi per poi lavorare nell’azienda di famiglia nella zona del Lago Maggiore. Nel 1929 decise di partecipare all’appalto per la costruzione del cimitero di Chiavari dove conobbe l’architetto siciliano Angelo Misuraca che di quel cimitero era il progettista e direttore dei lavori. Il rapporto tra Misuraca e Bolognini in quegli anni fu molto stretto tanto che, nel 1935, l’architetto siciliano gli propose di sbarcare a Sassari per costruirvi la villa Conti, di cui aveva ricevuto l’incarico per il progetto. L’incarico per bolognini2Bolognini era però l’imitato alla costruzione dei muri e alle rifiniture delle facciate esterne, mentre per le finiture delle decorazioni interne e per le maioliche fu fatta arrivare da Genova una squadra di operai  particolarmente specializzati in questo campo. I lavori di Villa Conti durarono due anni. Si ergeva nel viale Dante, allora con poche costruzioni, in un grande parco verde di oltre un ettaro con alberi enormi e una grande quercia secolare. Ogni cosa fu distrutta nei primi anni ’60 quando la famiglia Conti decise di vendere sia la villa che il terreno ai Marzotto per la costruzione del Jolly Hotel (oggi Hotel Grazia Deledda).  La realizzazione di villa Conti piacque talmente che arrivarono diversi lavori per Misuraca e Bolognini. La seconda costruzione di Alfonso Bolognini, sempre su progetto di Misuraca, fu il palazzo in stile liberty – ancora esistente – sito in piazza Salvatore Ruiu a fine via Paoli. In origine il palazzo avrebbe dovuto avere un altro piano ma al committente mancarono i fondi, così fu ultimato con il numero di piani odierni. In questo caso Bolognini seguì personalmente anche le finiture interne. Anche la curia cittadina e l’allora arcivescovo Mazzotti apprezzarono il lavoro di Bolognini e Misuraca. I due ottennero così il progetto e la costruzione della chiesa delle suore del Getsemani in via Porcellana – meglio conosciuta in città come la chiesa di Padre Manzella – e del caseggiato dell’Istituto dei Ciechi, nella parte finale di viale Dante, oggi trasformato in uffici comunali. I lavori, iniziati alla fine degli anni ’30, si protrassero a lungo per avere conclusione dopo la fine degli eventi bellici legati alla Seconda Guerra Mondiale. Misuraca, suo malgrado, dovette adattarsi ad uno stile razionalista, molto diverso rispetto al liberty della Villa Conti e al palazzo di piazza Ruiu, poiché imposto dal regime fascista per tutti gli immobili di nuova costruzione. bolognini3Lo stesso stile razionalista lo si può vedere anche nelle costruzioni di Alfonso Bolognini degli anni ’40 – come il palazzo De Giorgi in via Mercato – e nella basilica del Sacro Cuore, ultimata negli anni ’50. L’imponente campanile, progettato da Misuraca come del resto la chiesa, non è stato invece costruito da Bolognini che realizzò di contro gli argini del Coghinas. Nel dopo guerra si occupò della costruzione delle case popolari a Sennori, Oschiri e Ittireddu, ritirandosi dall’attività nel 1960. Continuò comunque ad abitare a Sassari dove si spense nel 1983.

di Tore Sanna 
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